I Centri di Permanenza e Rimpatrio per i migranti sono luoghi dove le persone straniere, prive di regolare Permesso di Soggiorno, vengono trattenute senza che abbiano commesso alcun reato, in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione. Luoghi disciplinati, oltre che dalla normativa nazionale, dalla legislazione europea che li legittima giuridicamente.
Ciò che nessuna legge può invece legittimare è il trattamento disumano che molti CPR riservano alle persone che vi sono trattenute (da febbraio 2020 ci sono stati otto decessi violenti), luoghi in cui la cultura del rispetto dei diritti umani è affievolita se non, a volte, del tutto sospesa o ignorata, come emerge chiaramente dall’indagine avviata e dal sopralluogo svolto della Guardia di Finanza nel CPR di via Corelli a Milano.
Cibo avariato e scaduto da mesi contenente vermi, igiene assente, mediazione linguistica e culturale non attivate, scarsissima assistenza legale e sanitaria (la spesa più elevata rappresentata da psicofarmaci), impossibilità di contattare l’esterno, sono le condizioni in cui sono costretti a vivere più di 70 persone nel centro di via Corelli.
Lesioni dei più basilari diritti umani rese possibili a causa di una gara d’appalto non vigilata e assegnata in base al massimo ribasso, criterio inaccettabile di per sé in quanto, per garantire il massimo profitto al privato, non si garantisce alcun rispetto della dignità umana.
Come Ordine professionale degli assistenti sociali della Lombardia siamo consapevoli che per chiudere i CPR, che rappresentano l’unico caso di detenzione per una violazione amministrativa, si dovrebbe agire sulla legislazione comunitaria, ma l’Europa non impone all’Italia di favorire trattamenti disumani e non rispettosi dei diritti umani, né di violare le stesse leggi nazionali che prevedono l’obbligo di assistenza sanitaria e legale per qualunque cittadino.
Chiediamo quindi al Ministero degli Interni l’immediato ripristino delle garanzie costituzionali in ogni CPR italiano, l’inserimento di personale psicosociale, educativo e sanitario oltre alle garanzie di difesa e all’informazione legale a chi vuol chiedere asilo o sapere cosa gli stia succedendo.
Chiediamo inoltre, con estrema urgenza, che la struttura di via Corelli, ormai fatiscente, venga chiusa e ristrutturata e successivamente adibita ad altre funzioni di reale accoglienza.
I CPR sono previsti da una legge, ma nessuna legge prevede che siano luoghi disumani.